HAND SIGNED [2017] #3
In collaborazione con OOH-sounds e Disco_nnect
Mark Fell è un artista multidisciplinare nato e cresciuto a Sheffield, nel Regno Unito. Dopo gli studi di cinema sperimentale e videoarte presso il politecnico della sua città, inverte rotta, e torna a quelli che erano i suoi interessi precedenti: musica, suoni sintetici e modelli computazionali. Dal 1998 da così il via ad una serie di uscite accolte positivamente dalla critica, che lo vedono lavorare sia in solo che in collaborazioni, pubblicate su etichette come Line, Raster Noton, Mille Plateaux, Alku, Edition Mego e PAN. Conosciuto soprattutto per la capacità di combinare elettronica e techno con approcci più accademici come la composizione basata su algoritmi e sistemi matematici, Mark Fell, come parte del duo sperimentale SND, è riuscito a fondere la ritmicità della prima house music e le sonorità techno di terza generazione grazie ad un lavoro sui sistemi di generazione di pattern non-ripetitivi. Il suo approccio alla composizione è oggi sempre più influenzato dalle musiche non occidentali, e questo è evidente in release come “Multistablity” e “UL8” (rispettivamente per Raster Norton e Editions Mego) dove Fell esplora divisioni ritmiche e sistemi di notazione per noi inusuali (“Completely mind-blowing” Uncut, “Amazing” the Wire). I suoi lavori gli sono valsi un riconoscimento onorario nella categoria musica digitale al Prix ARS Electronica ed è stato nominato al Quartz Award per il suo contributo alla ricerca sulla musica digitale. Fell ha portato i suoi progetti dai super club, come il Berghain di Berlino, al National Film Archive di Hong Kong e molti altri.
In apertura di serata verrà proiettato “Perfect Lives – The Park (Privacy Rules)” prima parte della TV-opera scritta e realizzata da Robert Ashley fra il 1977 e il 1983 e commissionata dal The Kitchen di New York. Divisa in sette episodi distinti, Perfect Lives narra una complicata storia ambientata nel Midwest statunitense, fatta di stanze di motel, pianobar e una misteriosa rapina filosofica in una banca… nulla rimane più efficace del commento che ne fece John Cage: “One of the definitive text-sound compositions of the late 20th century. It has been called a comic opera about reincarnation. Who needs the Bible? We have PERFECT LIVES.” Il taglio estetico e la narrazione musicale dell’opera sono ancora sorprendentemente attuali.